Per cancellare le notizie da Google, bisogna appellarsi al motore di ricerca tramite un apposito modulo. Ogni motore di ricerca, fortunatamente, offre la possibilità di richiedere la rimozione di contenuti sensibili o violati. Qual è il risvolto legale della questione? Ci si può proteggere? Si va in tribunale? E quali sono soprattutto le conseguenze sulla web identity del soggetto in questione? Nel momento in cui Google rigetta la richiesta di eliminazione di dati personali, ci si può consultare con il Garante della Privacy, che ha il dovere di applicare la legge, nel modo in cui è stata scritta (pertanto, giusta o meno, le norme non cambiano a seconda dei provvedimenti).
Garante della Privacy: Ruolo e Intervento
Il Garante della Privacy può fortunatamente intervenire nella tutela della protezione dei dati personali del cittadino. Il suo intervento è essenziale, in quanto protegge la reputazione di un individuo e garantisce che la legge sia rispettata: in particolare, mantiene la premessa del Diritto all’Oblio. In un provvedimento del 2 luglio 2020, si fa riferimento alle notizie obsolete, anacronistiche e molto vecchie. È in effetti il diritto alla cronaca, che si scontra con il diritto all’oblio. Se una notizia è datata, perché mantenerla online? Ma soprattutto perché deve intaccare la reputazione di un individuo? Qual è il confine tra informazione e tutela della privacy? Il problema è che talvolta la richiesta di rimozione di alcuni link è infondata, in altre occasioni, invece, i reclami hanno tutto il diritto di ricevere una risposta positiva da parte di Google. Che non sempre avviene. È interessante approfondire il provvedimento del 10 dicembre 2020, che ci porta a una svolta fondamentale: le conseguenze di alcune notizie sul web sulla nostra persona. In questo caso si segnalava, infatti, che erano stati creati addirittura vari blog, con il fine ultimo di diffamare il soggetto in questione. Un comportamento scorretto: la diffamazione sul web è estremamente grave e adesso è regolata e punita dalla legge.