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Come rimuovere immagini e foto hard pedopornografiche da Google

La conservazione per un tempo indefinito dei dati attraverso le ricerche o i prodotti Google consta all’interessato di informazioni pregiudizievoli, la quasi impossibilità di cancellare le proprie colpe e, di conseguenza questa situazione diviene compromettente per il soggetto sotto il profilo della possibilità di ricostruirsi una nuova reputazione online. Il diritto all’oblio si configura come il diritto alla cancellazione dei propri dati personali, al fine dell’osservanza del diritto all’oblio nei confronti dell’interessato, il titolare di quelle informazioni che ha diffuso pubblicamente su un sito web o una pagina contenuti pregiudizievoli, ha l’obbligo di informare della richiesta di cancellazione altri titolari che trattano allo stesso modo i dati personali cancellati. Sul punto, ai sensi dell’art. 17 par. II del GDPR si fa riferimento a “qualsiasi link, copia o riproduzioni”.

La sentenza Costeja ha giocato un ruolo fondamentale nel determinare il diritto all’oblio

La sentenza Costeja pronunciata dalla Corte di Giustizia Europea il 13 maggio 2014 e ha chiarito che un interessato può richiedere al fornitore di un motore di ricerca online, di cancellare uno o più link verso pagine web dall’elenco di risultati che appare dopo una ricerca effettuata a partire dal proprio nome e cognome, ancora può richiedere l’interessato può richiedere la rimozione di immagini, articoli e notizie pregiudizievoli, tali da consentire l’esaurimento del diritto alla cancellazione.

Rimuovere materiale pedopornografico da Google 

Secondo Google, ma anche secondo le leggi vigenti la pedopornografia costituisce reato, in ordine alla fragilità endemica del soggetto minorenne, il quale viene esposto senza una ragione logica ad una esposizione pregiudizievole sul web, la quale può comportare danni alla crescita psicofisica del bambino. Per Google il materiale pedopornografico si traduce in qualsiasi raffigurazione visiva, come ad esempio le foto, i video, che coinvolgono, come detto, minori in comportamenti sessuali espliciti

Contrastare il materiale pedopornografico

Google impedisce che il materiale pedopornografico online venga inserito sulle proprie piattaforme nonché che le stesse vengano utilizzate come canale per diffondere tale materiale. Il Team di Google LLC dedica numerose risorse, come tecnologie, persone e tempo, al fine di scoraggiare, cancellare e segnalare contenuti e comportamenti legati allo sfruttamento sessuale minorile. Uno dei modi utilizzati da Google è quello di identificare il materiale pedopornografico attraverso il ricorso al rilevamento automatico ed alla c.d. revisione da parte di soggetti competenti. Inoltre Google si affida, sui canali come YouTube anche a segnalazioni di utenti, o di da terze parti quali le ONG, per individuare, cancellare e segnalare materiale pedopornografico presente sulle piattaforme. 

Una volta individuato il materiale pedopornografico cosa accade?

Quando Google rileva, grazie ai modi definiti sopra, il materiale pedopornografico sulle piattaforme da lui gestite, in primo luogo questo viene rimosso e poi viene segnalato al “CyberTipline” al NCMEC, a seguito della stessa è possibile che venga chiuso l’account dell’utente interessato della segnalazione. 

Cosa è il NCMEC

Il NCMEC è in poche parole un portale ed un centro segnalazioni completo che si trova negli Stati Uniti dedicato proprio alle ipotesi di circostanze legate allo sfruttamento minorile. Per completezza è utile chiarire che dopo aver ricevuto una segnalazione, il NCMEC potrebbe inoltrarla alle autorità competenti.

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