Il Diritto dell’Immigrazione è quel ramo del diritto che si occupa del fenomeno sociale della immigrazione, oggi purtroppo molto conosciuto a causa delle vicissitudini mondiali. Ancora il diritto dell’immigrazione è inteso quale strumento avente la funzionalità di tutelare ed assistere i soggetti che entrano nel nostro paese.
Il fenomeno della immigrazione in Italia
Il ruolo dell’Italia è mutato di gran lunga nel corso dei decenni, invero se all’inizio della il nostro Paese è stato una terra di emigrazione, di talché molte terre venivano abbandonate e coloro che l’abitavano scappavano dalla fame, oggi è nettamente il contrario, questo perché il bel Paese accoglie fra le più potenti città che hanno segnato lo sviluppo italiano e anche quello europeo. Per questo motivo si è cercato di dare un assetto normativo a questo fenomeno, in grado di proteggere e tutelare i soggetti che entrano in Italia. Proteggerli soprattutto dallo sfruttamento e dalle condizioni di traffico, cui possono essere soggetti. Ebbene, fino alla metà degli anni ’80 l’entrata di stranieri in Italia era regolata da leggi risalenti, per giunta, al periodo fascista. In questo contesto veniva posto il contrasto tra quelli che erano i dettami della Costituzione Italiana, la quale protegge ogni essere umano, ai sensi dell’articolo 10, comma 2, che recita testualmente che: “la condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali”.
La prima Legge sull’immigrazione Italiana
A questo proposito, senza dilungarsi eccessivamente, è bene ricordare quale sia stata la prima legge della Repubblica attinente alla immigrazione: la Legge n. 943/1986. Nello specifico siffatta legge affronta il tema dell’immigrazione ma solo in relazione al tema del lavoro. E dunque, per questo la c.d. prima vera legge organica nell’ambito dell’immigrazione, dettata peraltro da motivazioni emergenziali, risale all’anno 1990, e viene chiamata con il nome di legge Martelli. La Legge Martelli è stata molto importante in quanto ha introdotto, per la prima volta nella storia della Repubblica Italiana, molti interventi a carattere sociale a favore e nei confronti degli immigrati. La legge ha posto le basi anche per il sistema di entrata dei migranti rispetto alla programmazione dei flussi migratori di ingresso attraverso un sistema di previsione di quote massime. Orbene, quasi tutti gli anni ’90 sono stati scanditi da questa impostazione dettata dalla legge Martelli; fino al 1998, anno nel quale venne approvata una nuova legge, la Legge n. 40/1998 che viene anche denominata Legge Turco – Napolitano. Nello specifico la Legge Turco – Napolitano, che qui si ricorda essere la prima in Italia che riguarda l’immigrazione ancorchè non approvata in una situazione emergenziale, ha mostrato di essere la più coerente ed organica legge d’immigrazione approvata fino ad allora. Uno dei aspetti favorevoli è sicuramente stata, peraltro anche quello fondamentale, la previsione di una delega al fine dell’approvazione del decreto legislativo che ha creato il cosiddetto Testo Unico sull’immigrazione, il quale, allo stato, riordina la materia dell’immigrazione e che nonostante le modifiche, le molte modifiche, è tutt’ora vigente.
I diritti degli stranieri
La nostra Costituzione, come chiarito, si pone a tutela delle fasce deboli ed in generale di tutti i soggetti che transitano o fanno parte della repubblica. Invero, i diritti degli stranieri, se così si possono definire sono i medesimi a cui ha diritto un italiano e sono: diritto alla vita ed alla salute, del diritto di asilo, del diritto alla libertà di manifestazione del pensiero, alla protezione della maternità, della famiglia e dell’infanzia e così via. Un avvocato specializzato nel diritto all’immigrazione fa in modo di far rispettare l’applicazione di siffatti diritti.