Nell’era digitale odierna che parte dagli ultimi due decenni ed arriva sino ad oggi, la protezione dei dati personali è diventata una questione di primaria importanza. Con l’enorme quantità di informazioni disponibili online, il diritto alla privacy e alla protezione dei dati è diventato sempre più cruciale per garantire la dignità e la sicurezza degli individui. In questo contesto, il Garante per la protezione dei dati personali, una figura istituzionale presente in molti Paesi, gioca un ruolo fondamentale nel vigilare sulla corretta gestione dei dati personali e nel garantire il diritto all’oblio.
Un breve sguardo al diritto alla cancellazione dei dati personali ed al trattamento dei dati online
Invero, il diritto all’oblio, rectius il diritto a eliminare notizie dal web, è un principio chiave sancito dal GDPR, cioè dal Regolamento sulla protezione dei dati personali emesso dall’Unione europea, il quale consente agli individui di richiedere la rimozione dei propri dati personali da internet allorquando non è più sussistente un motivo per il loro trattamento online. In sostanza, il diritto all’oblio permette alle persone di “cancellare” informazioni obsolete, obsolete o dannose che potrebbero avere un impatto negativo sulla loro reputazione o sulla loro vita privata.
In particolare, in questa sede si rileva come tale diritto diviene particolarmente rilevante nel contesto delle informazioni pubblicate online, dove notizie, articoli, foto e video possono rimanere accessibili per un tempo indefinito e avere un impatto duraturo sulla vita di un individuo. Il diritto all’oblio cerca di trovare un equilibrio tra il diritto alla privacy dell’individuo e il diritto del pubblico di accedere a informazioni di interesse pubblico.
Cosa è il Regolamento (UE) 2019/1150 del Parlamento europeo
Il Regolamento (UE) 2019/1150 del Parlamento europeo e del Consiglio del 20 giugno 2019 ha la finalità di promuovere l’equità e la trasparenza per gli utenti commerciali dei servizi di intermediazione online, anche detto Regolamento P2B, è stato reso direttamente applicabile in tutti gli Stati membri a partire dal 12 luglio 2020.
L’obiettivo primario del Regolamento P2B è garantire che gli utenti commerciali godano di condizioni di gioco eque quando si impegnano in relazioni commerciali con grandi operatori di piattaforme digitali. In passato, c’erano preoccupazioni riguardanti le pratiche delle grandi piattaforme, come motori di ricerca, marketplace online, app store e social media, che potevano influenzare negativamente gli utenti commerciali attraverso regole arbitrarie, modifiche unilaterali nei termini di servizio e scarsa trasparenza nelle pratiche contrattuali.
Le categorie descrittive del Regolamento (UE) 2019/1150 del Parlamento europeo
Dunque, siffatto nuovo regolamento ha introdotto nel contesto normativo europeo un insieme di nuove regole finalizzate a garantire un ambiente equo, trasparente e soprattutto prevedibile per gli utenti commerciali che utilizzano servizi di intermediazione online ed i titolari di siti web aziendali che interagiscono con motori di ricerca online. In particolare il Regolamento suddetto predispone le seguenti categorie:
Utente commerciale: in questo senso il regolamento predispone che per utente commerciale si intende un individuo privato che opera all’interno delle sue attività commerciali o professionali, o di una persona giuridica che offre beni o servizi ai consumatori mediante servizi di intermediazione online, per scopi correlati alla sua attività commerciale, imprenditoriale, artigianale o professionale.
Utente titolare di sito web aziendale: questa definizione comprende sia persone fisiche che persone giuridiche che utilizzano un’interfaccia online, come un software, compresi siti web o parti di essi e, incluse anche le mobili, per offrire beni o servizi ai consumatori, sempre a fini legati alla loro attività commerciale, imprenditoriale, artigianale o professionale.
Appare utile chiarire che siffatto Regolamento c.d. P2B non copre i servizi di pagamento online o gli strumenti di pubblicità online, né riguarda gli scambi pubblicitari online che non hanno lo scopo di agevolare transazioni dirette o che non implicano una relazione contrattuale con i consumatori.
Impatto sul panorama digitale europeo
Alla luce di quanto sovra esposto il Regolamento P2B rappresenta un passo significativo verso la creazione di un ambiente digitale più equo ed etico all’interno dell’Unione Europea. Garantendo maggiore trasparenza, accesso ai dati e procedure per le contestazioni, il Regolamento mira a bilanciare il potere delle grandi piattaforme digitali ea promuovere un trattamento più giusto degli utenti commerciali.
Il Regolamento P2B è un segnale forte inviato dalle istituzioni europee che mirano a stabilire un ecosistema digitale sostenibile e rispettoso dei diritti degli utenti. Offrendo una base normativa solida, questo regolamento intende rafforzare la fiducia tra gli utenti commerciali e le piattaforme digitali, contribuendo così alla crescita economica e all’innovazione nell’Unione Europea.