L’intelligenza artificiale (acr. IA), viene intesa come quella capacità di un sistema tecnologico a risolvere problemi o a svolgere compiti ed attività che normalmente sono propri della mente umana. L’intelligenza artificiale oggigiorno viene ormai utilizzata nei settori più vari, addirittura si è pensato di una sua applicazione nel campo della giustizia. Applicazione più pratica ed istantanea è sicuramente quella che viene utilizzata all’interno dei social network, come per esempio Twitter, il quale ha stabilito che grazie ad un software specifico dotato di intelligenza artificiale, cancellerà tutti i bot presenti sulla sua piattaforma, i quali creano danno ai profili reali ed al social stesso. Prescindendo da quest’ultima applicazione, si parla di un altro social, vale a dire Facebook.
I problemi di Facebook con le lingue
Il social blu, ultimamente interessato da molte modifiche da parte del suo creatore, sembra avere qualche difficoltà rispetto alla regolazione dei contenuti provenienti da alcuni Paesi. Nel dettaglio, i sistemi di intelligenza artificiale di cui è dotato non paiono essere sufficientemente avanzati per poter riconoscere alcune delle lingue parlate nel mondo; questo deficit è gravato anche dal fatto che Facebook non possiede società moderatori in carne ed ossa aventi tali competenze linguistiche. Proprio in queste zone d’ombra, dove non è possibile il controllo per ragioni logistiche e funzionali, si annidano i contenuti illegali, che variano dai quelli violenti ed incitamento all’odio alle fake news, che forse, sono molto peggio dei primi. Senza un controllo su questo fronte, non è possibile cancellare i post su Facebook che hanno questi contenuti, proprio perché l’algoritmo di Facebook non li ritiene lesivi delle norme del social e quindi, restano sulla piattaforma con il rischio di poter acuire danni alle persone a cui le notizie si rivolgono.
Un problema ormai alla conoscenza di tutti
Il problema qui descritto non si cela dietro affatto, anzi, la difficoltà di Facebook e con essa le conseguenze illegali sono note sia ai dipendenti, che si dicono preoccupati della recente ondata di commerci illegali, sia alle organizzazioni americane che hanno proposto studi in merito. Un esempio è l’organizzazione “Alliance to counter crime online” che da tempo accusa Facebook della mancanza di controllo da parte dei propri software di intelligenza artificiale, di seguito viene riportato un Tweet che la società ha postato sul proprio profilo proprio in merito alla questione “i nostri ricercatori hanno trovato post in lingua araba che vendono antichità saccheggiate e post in lingua vietnamita che propongono animali selvatici” e continua dicendo che “fino a quando Facebook non investirà nell’assunzione di moderatori di contenuti che parlino lingue diverse dall’inglese, continueremo a vedere un gran numero di crimini”.
La soluzione di Facebook
A fronte di tutte le critiche mosse contro Facebook e contro il Suo fondatore, la Società risponde con un annuncio di investimento di oltre un milione di dollari al fine di migliorare la tecnologia di intelligenza artificiale. Questa tecnologia sarà utile non solo per i problemi sin qui descritti, ma anche per dare un taglio netto alle c.d. fake news che da tempo stanno dilagando proprio tramite Facebook. La mancanza di controllo di Facebook è chiaramente un problema di non poco conto, le fake news e i contenuti che incitano all’odio, magari anche tramite gruppi Facebook creati appositamente per questo scopo, danneggiano non solo l’immagine del social network ma anche l’immagine e la reputazione online di colui al quale le notizie sono rivolte. Proprio quest’ultimo punto però, vi è rimedio, tramite il beneficio del diritto all’oblio e della cancellazione dei dati personali dal web.