Una buona reputazione online può essere infastidita dalla presenza di informazioni inesatte, inopportune o impertinenti nei risultati di ricerca. Grazie ai popolari motori di ricerca come Google, Bing e Yahoo!, infatti, è facilmente possibile accedere ad informazioni inesatte che arrecano pregiudizio nei confronti di una persona o di un’azienda. E’ il caso, ad esempio, di notizie non aggiornate o di articoli diffamatori pubblicati da siti web che non hanno verificato le informazioni contenute all’interno delle pagine pubblicate. Così, la web reputation su Google ha bisogno di azioni tecniche e legali per cancellare notizie di giornale dal web, eliminare informazioni dal motore di ricerca, togliere notizie da Google e cancellare il proprio nome dalle ricerche ai sensi delle normative europee sulla protezione dei dati (diritto alla cancellazione o diritto all’oblio ex art.17 GDPR).
Tutelare la propria reputazione online è spesso difficile, ma vale comunque la pena prestare molta attenzione a quali informazioni personali sono presenti sul web sul proprio conto. Nel caso di informazioni personali che si intendono rimuovere dai motori di ricerca, è possibile richiedere la loro eliminazione attraverso degli appositi strumenti dei motori di ricerca come Google, in virtù del diritto all’oblio presente ormai da diversi anni. Esso consente di richiedere, per l’appunto, la rimozione di determinate informazioni personali dal motore di ricerca per diversi motivi, quali la violazione della privacy o delle leggi sul copyright.
Come rimuovere contenuti con Google?
L’Unione Europea tutela i cittadini affinché possano richiedere esplicitamente di rimuovere dei contenuti da Google. Torniamo indietro nel tempo, nel maggio del 2014, quando l’UE stabilisce chiaramente che gli utenti possono sollecitare i motori di ricerca, come Google, Yahoo! o Bing, per rimuovere dei contenuti sensibili. Che cosa si intende per contenuti sensibili? E quando possono essere effettivamente rimossi? Ad oggi, più di un milione di persone ha effettivamente potuto togliere dei risultati di ricerca associati a query specifiche. I link da rimuovere vanno intesi come “irrilevanti, inadeguati, eccessivi o non più rilevanti”. Il problema è uno: se è vero che un milione di persone sono riuscite a ottenere questo importante traguardo, altri tre milioni non ce l’hanno fatta. Il totale delle URL rimosse, dunque, è molto minore rispetto a quelle che ancora oggi sono visibili sul web mediante i motori di ricerca.
Come si valuta la richiesta di rimozione di notizie dalle ricerche?
Nonostante le leggi sulla privacy espresse dalla Corte Europea, sono i motori di ricerca a porre dei veti per valutare la rimozione di un link o dato. Come? Per esempio, rispettando il diritto di cronaca o all’informazione, che entrano in contrapposizione con il diritto all’oblio.
La privacy di ogni individuo andrebbe rispettata, così come si rende necessario tutelare anche il diritto di cronaca o diritto di memoria e storia, che in ogni caso rimangono praticamente alla base di ogni democrazia. Gestire la reputazione online non è affatto facile e dipende anche da noi, dalle nostre scelte. I parametri di valutazione per la richiesta di rimozione cercano di osservare i diritti di tutti: come sempre, in materia di legge, è difficile accontentare ogni soggetto. Ed è così che si giunge al Garante della Privacy.
Perché non si rimuovono tutti i contenuti?
Sembra semplice, ma quando si richiede un’azione da Google, il motore di ricerca può effettivamente respingere la richiesta. Perché lo fa? I motivi possono essere molteplici: in primis, il diritto all’oblio si sconta con il diritto all’informazione o di cronaca.
Google si trova dunque a dover rispondere a due diritti importanti: come effettua la sua valutazione, quindi? Quali sono i requisiti per cui un contenuto viene cancellato e l’altro tenuto? Un link “negativo” non può essere rimosso sulla base dei sentimenti personali, ma è valutato cercando di rispettare il diritto di cronaca e il diritto all’oblio. Se una informazione è rilevante per interesse pubblico, semplicemente non sarà mai rimossa. È importante approfondire a questo punto chi richiede effettivamente la rimozione dei contenuti da Google: privato o aziende?
Un esempio di modulo per il diritto all’oblio: il modulo Yahoo!
Utile per la web reputation personale (ma non aziendale, perché non si applica alle ricerche per i nomi di aziende ed attività commerciali), questo modulo vi permette di presentare richiesta di rimozione di notizie dal motore di ricerca Yahoo! Nel caso del motore di ricerca Yahoo!, lo strumento per la rimozione dei contenuti personali permette di completare un modulo affinché venga richiesto il blocco dei risultati delle query che includono il proprio nome e che sono incompleti, insufficienti, non più pertinenti o eccessivi, relativamente ai fini per i quali erano stati inizialmente raccolti (e pubblicati). Questo modulo può essere compilato dagli utenti residenti in Europa ed è composto da diverse sezioni che vanno completate in modo veritiero e pertinente in ogni loro parte.
La prima sezione del modulo riguarda i dati personali, quindi va inserito lo stato di residenza della persona che sta compilando il modulo e va specificato se la richiesta di rimozione viene mossa dal diretto interessato o per conto di un’altra persona. È possibile infatti compilare la richiesta di rimozione anche per conto di un figlio minorenne, di un cliente o di una qualsiasi altra terza persona, purché si abbia il consenso legale di farlo da parte della stessa; in questo caso, andranno specificati sia il nome della persona che sta compilando il modulo, che quello del diretto interessato dalle informazioni che si intendono rimuovere.
Successivamente, va inserito il proprio indirizzo email e la chiave di ricerca per i quali si intendono bloccare i risultati di Yahoo! Ricerca: essi devono obbligatoriamente essere dei dati relativi al nome dell’utente, in quanto termini della ricerca al di fuori del nome dell’utente in questione potrebbero invalidare la richiesta. La sezione successiva del modulo è dedicata all’inserimento del corretto URL del contenuto personale che si intende rimuovere e della pagina in cui esso si trova: qui è necessario inserire infatti l’URL associato al proprio nome (o a quello di cui si fanno le veci) che si intendono bloccare, con un’accurata e dettagliata descrizione del motivo per cui si intendono bloccare e delle conseguenze negative che la loro presenza online arreca alla web reputation del diretto interessato. La terza sezione del modulo riguarda poi l’identificazione del soggetto e la presentazione di eventuale altra documentazione di supporto: il soggetto deve infatti allegare una copia ben leggibile del proprio documento di identità (o di quello del diretto interessato, in caso) e, se presente, qualsiasi altra documentazione di supporto pertinente alla richiesta.
Infine, spuntando sulle caselle nell’ultima sezione del modulo si convalida la richiesta di rimozione e si dichiarano i termini e condizioni previsti dal motore di ricerca per i procedimenti di questo tipo. Inserendo infine la propria firma e cliccando su “Crea richiesta” in fondo al modulo si invia la richiesta al team di Yahoo!, il quale potrebbe inoltrarla al Garante per la Protezione dei Dati Personali irlandese o a Microsoft Corporation se lo ritenesse necessario ed appropriato.
La tua reputazione è importante: hai dalla tua parte uno strumento legale quale il diritto all’oblio molto utile a fare pulizia di informazioni dannose, false, diffamatorie e non pertinenti. Utilizzalo e rimuovi le ricerche “negative” che ti riguardano!