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Deindicizzazione del Proprio Nome da un Motore di Ricerca

Nel caso in cui si desideri deindicizzare il proprio nome da un motore di ricerca, che cosa si dovrebbe fare? Qual è il procedimento esatto per ottenere tale risultato? I motori di ricerca più famosi sono Google, Yahoo e Bing: utilizzati da milioni di persone in tutto il mondo, le aziende hanno il dovere di rispondere alle richieste di tutela della privacy. È uno dei diritti fondamentali dell’epoca moderna, correlata strettamente all’utilizzo di internet e al nuovo GDPR, in materiqa di privacy e protezione dei dati personali. Sui motori di ricerca, bisognerebbe comprendere che il proprio nome funziona come una parola chiave o query specifica: digitandolo, possiamo trovare numerosi contenuti, come foto o notizie, ma anche informazioni personali. Ecco che arriva, dunque, l’esigenza di cancellare il proprio nome da internet.

Che cos’è la deindicizzazione? 

La deindicizzazione avviene nel momento in cui chiediamo a Google di rimuovere un contenuto dal motore di ricerca, visibile mediante una query specifica. Possiamo dunque richiedere l’eliminazione di un contenuto specifico, come per esempio una foto, informazioni personali o notizie. Alcuni video possono essere cancellati, soprattutto se condivisi senza autorizzazione, con violazione del copyright, diffamatori oppure obsoleti. I link negativi possono essere dunque rimossi da Google, che opererà mediante la deindicizzazione. Per chi volesse poi procedere con la rimozione totale del contenuto, ci si può rivolgere solamente all’amministratore del sito. I link negativi possono causare non pochi problemi alla reputazione online di un individuo, soprattutto quando intraprende carriere importanti.

Come si deindicizza un contenuto?

C’è una differenza netta tra deindicizzazione ed eliminazione. Nel primo caso un contenuto viene reso invisibile su un motore di ricerca. Nel secondo caso, invece, viene eliminato direttamente sul sito in cui è ospitato.  Il diritto alla deindicizzazione è relativamente recente, e si è reso indispensabile regolarlo in quanto l’avvento di internet ha portato nuovi diritti e doveri. La legge, si sa, si evolve con il tempo, cambia alcuni dei suoi aspetti, per adattarsi alle epoche.  Per deindicizzare un contenuto, è necessario richiedere l’intervento del motore di ricerca, che può essere Google, Bing, Yahoo. Ogni azienda deve dunque mettere a disposizione dei cittadini europei dei moduli specifici.

Diritto all’oblio e deindicizzazione

Per ovviare al problema dei contenuti obsoleti da rimuovere da Google, si è deciso di unire il diritto all’oblio al diritto di cronaca e informazione. Come? Trovando un compromesso e optando per una “sana” deindicizzazione del contenuto, che dunque non viene eliminato dal sito su cui è ospitato, ma viene rimosso dai motori di ricerca. Il diritto all’oblio, dunque, è connesso con la deindicizzazione e non con l’eliminazione di una notizia, a patto che non riporti dati personali finanziari. Anche i link negativi possono essere totalmente rimossi, soprattututto se diffamatori. In genere, il GDPR, la tutela dei dati personali e della privacy, interviene di fronte ai casi più gravi.

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