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Diffamazione online sui social network, cosa dice la legge

Diffamazione online sui social network, cosa dice la legge

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Nell’era digitale sono sempre più frequenti gli utilizzi dei social network, che avvengono in maniera imporpria. Invero, se da una lato sono molti vantaggi di utilizzare i social network, dall’altro ci sono anche tanti contro. In primo luogo è bene chiarire che l’utente che utilizza i social, come Facebook, twitter, Instagram etc. deve essere consapevole dei rischi che si possono correre quando si condividono informazioni online.

Uno di questi rischi è la diffamazione. La diffamazione è una forma di abuso online che può avere conseguenze negative per la reputazione di una persona. La Federazione Italiana per la Tutela dei Diritti degli Utenti e Consumatori, che si chiama Federprivacy, ha recentemente pubblicato un documento sull‘accesso ristretto ai social network in caso di diffamazione.

Come difendersi da una diffamazione online: a livello stragiudiziale

La persona offesa dalla diffamazione può usare il c.d. l’accesso ristretto ai social network per proteggersi. L‘accesso ristretto è una funzionalità offerta da molti social network che consente a un utente di limitare chi può vedere i propri contenuti. L‘utente può scegliere di limitare l‘accesso solo ai suoi amici, ai suoi contatti, ai membri di un gruppo specifico o a una lista di persone. In questo senso, in caso di diffamazione, l’accesso ristretto può essere utile per arginare la diffusione del contenuto offensivo. Per fare ciò, è necessario che la persona offesa sia presente ed abbia quindi un account sui social network. Se la persona offesa non è presente online, l’accesso ristretto non può essere utilizzato. 

Contattare il social per far rimuovere il contenuto lesivo della reputazione

L’utente potrebbe anche chiedere aiuto ai social network in questione al fine di poter gestire la lesività della diffamazione avvenuta in suo danno. I social network, infatti, offrono una serie di opzioni che consentono di segnalare i contenuti offensivi. Se la segnalazione è accettata, i contenuti possono essere rimossi. Ancora, è sempre bene chiarire che nei casi in cui tutto ciò non sia possibile è meglio affidarsi ad un legale esperto di talchè lo stesso possa agire giudizialmente al fine di ottenere giustizia. 

Uno sguardo al diritto all’oblio

In questi ambito è molto importante la conoscenza del c.d. diritto all’oblio, il quale è ormai riconosciuto come diritto fondamentale che tutela la privacy degli individui. Si tratta di un principio giuridico che garantisce ai cittadini il diritto di richiedere la rimozione di dati personali dai risultati di ricerca di Internet per eliminare informazioni personali da Google. Anche la Corte di Giustizia dell’Unione europea ha riconosciuto che il diritto all’oblio, nella famosa sentenza Costeja, è un diritto fondamentale e ha stabilito che i motori di ricerca devono rispettare le richieste di rimozione dei contenuti. Tuttavia, ci sono casi in cui i motori di ricerca non possono rimuovere i contenuti, quali informazioni di pubblico interesse, notizie di cronaca e contenuti legali. 

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